Canone concordato, ovvero il modo di affittare casa più conveniente e attualmente più utilizzato dagli italiani. È questo in sintesi il contenuto di un’analisi realizzata da un noto marchio specializzato proprio nelle locazioni, che ha evidenziato, dati alla mano, come proprio il canone concordato stia diventando ormai, una delle formule più utilizzate quando si tratta di affittare casa nel nostro Paese.
Per capire le ragioni di questo successo è bene innanzitutto ricordare quali siano i vantaggi fiscali che si ottengono nell’utilizzare questa formula di locazione. Con essa infatti, il proprietario ha diritto ad una riduzione sull’aliquota di imposta di registro o in caso di esercizio dell’opzione del regime della cedolare secca una tassazione del 10% sul reddito da locazione, che è meno della metà del 21% previsto invece per gli affitti di mercato; oltre a detrazioni su aliquota IMU.
Per l’inquilino il beneficio maggiore è rappresentato invece dal canone calmierato, che viene stabilito nella varie zone attraverso specifici accordi tra Comuni e associazioni di proprietari e inquilini. Senza contare che, sul fronte degli affittuari, è sempre possibile sfruttare le detrazioni Irpef previste nel caso si tratti di abitazione principale in cui si è fissata la propria residenza.
La chiave di volta che spiega la diffusione che il canone concordato sta avendo a livello nazionale è la decisione del governo, adottata quest’anno, di allargare il suo utilizzo a tutti i Comuni. In precedenza infatti, l’uso di questo regime di locazione agevolato, che prevede contratti di tre anni prorogabili tacitamente di altri due, era stato circoscritto solo ai comuni delle 11 aree metropolitane, a quelli capoluogo di provincia e ancora in quelli dichiarati ad alta densità abitativa. Ora il canone concordato è stato sostanzialmente liberalizzato, e in tanti hanno deciso di utilizzarlo, con numeri davvero sorprendenti.
I risultati che emergono dalla ricerca testimoniano più di tante parole quale sia attualmente il gradimento di proprietari e inquilini per la formula del canone concordato, basti pensare ad esempio che essa è utilizzata per oltre l’80% dei contratti di affitto nel nord-centro Italia, mentre invece sembra riscuotere ancora poco gradimento in alcune zone del Sud e in grandi città e centri metropolitani. Un fenomeno questo che si spiegherebbe con il fatto che il valore degli affitti “calmierati” si discosterebbe in alcuni casi un po’ troppo da quelli di mercato.
- Fonte: www.panorama.it